Presentazione del Libro: Psicoterapia Cognitiva dell’adolescente
di Marzia Mattei e Camilla Giacomini – 1/2/2023
Carrocci editore
Venerdì 27 gennaio i Laboratori Scientifico Culturali del CTC hanno organizzato un incontro tra i curatori del Manuale: Riccardo Bertaccini e Furio Lambruschi, e due degli autori di un capitolo: Claudia Lonati e Marzia Mattei. E’ stato un piacere condividere un lavoro fatto con passione, con 60 presenti tra numerosi studenti e psicoterapeuti specializzati ed esperti
Grazie a tutti, anche ai cotrainer che li hanno motivati, dopo una già lunga giornata di lezione.
Sarebbe stato tutto più dinamico, interattivo e caldo in presenza, con 2 salatini e un buon prosecco!
Ma siamo lo stesso contenti.
Grazie Furio, Riccardo e Claudia, di aver trasmesso la centralità della persona adolescente, piuttosto che una categorizzazione sterile, che si limita a privilegiare un evidence based, come ha sostenuto anche Fabio Furlani, chair e discussant. Si è comunicata l’inportanza di una più faticosa ma ripagante relazione terapeutica co-costruita, e di un percorso condiviso.
L’adolescente deve essere sempre il soggetto privilegiato, non la Scuola, l’Ospedale, la Famiglia…
Quindi seguendo Furio meglio abbandonare ”Gli ho fatto questo (test, tecnica…) ora cosa gli faccio?” per un “Come mai vorrei proporgli questo (incontro con i genitori, rilassamento, disegno…)?”
Seguito da: “Penso ci possa essere utile fare… che ne pensi?”
Non adolescenti da riempire, ma da orientare a portare il focus verso l’interno.
Marzia Mattei
Stavo leggendo “Psicoterapia cognitiva dell’adolescente. Setting clinico e strategie di intervento”, quando mi è giunta la notizia di un webinar dedicatogli.
Una preziosa occasione per poter parlare, insieme agli autori, di un manuale di cui si sentiva una grande esigenza, soprattutto in un periodo dove si rileva un’emergenza clinica che necessità di una valida sistematizzazione.
La pandemia ha slatentizzato il disagio, amplificando la sofferenza di molti giovani, dinanzi a questo scenario non possiamo non interrogarci su come fornire risposte di cura efficaci.
Come scrive Bernardo Nardi nell’interessante capitolo dedicato alla depressione “L’adolescente ci pone di fronte a un paradosso, che è espressione dell’età della vita più esente da problemi e da malattie di ordine fisico, ma anche più vulnerabile sul piano psicologico e nel corso del quale possono insorgere tutti i principali disturbi mentali”.
L’adolescenza è un periodo cruciale foriera di tante possibilità, ma anche di notevoli quote di vulnerabilità, per tale ragione non è possibile adattare interventi clinici per l’infanzia o gli adulti, ma occorrono proposte tarate sulle caratteristiche peculiari di tale fase di sviluppo. Il volume fornisce una trama esplicativa attraverso cui il terapeuta può accostarsi all’adolescente e alla sua famiglia cercando di restituire senso alle loro difficoltà.
In questo webinar i curatori Furio Lambruschi e Riccardo Bertaccini insieme a due delle autrici Marzia Mattei e Claudia Lonati, tutti terapeuti esperti nel lavoro con gli adolescenti, mediante i loro preziosi contributi delineano una panoramica vivida dell’opera.
“Psicoterapia cognitiva dell’adolescente. Setting e strategie di intervento” riveste una particolare importanza, non solo a causa della necessità attuale di interventi specifici in questa fase di vita, ma anche perché è il primo manuale di psicoterapia cognitivo costruttivista dell’adolescenza ad essere pubblicato in Italia. Una sapiente raccolta di apporti teorici e di strategie di intervento che riesce ad affrontare, secondo una prospettiva costruttivista evolutiva, questo peculiare e fondamentale periodo, che vede ogni individuo alle prese di un processo di costruzione.
L’adolescenza è sempre stata una fascia evolutiva meritevole di un’attenzione clinica, ma che pone non poche domande ai terapeuti: innanzitutto è complesso dire quando inizia e quando finisce. Attualmente sia l’esordio che il termine sembrano essere sempre più dilatati e sfumati, dall’altra parte le manifestazioni di disagio assumono sfaccettature multiformi e difficilmente inquadrabili.
Per affrontare questa fondamentale finestra di definizione della persona, gli autori fondano il loro agire clinico su un modello cognitivo evolutivo che incentra una forte attenzione sull’organizzazione del sé e sull’importanza della relazione come determinanti della strutturazione identitaria. Un’efficace mappa di concettualizzazione del caso da cui si delineano modalità di intervento in grado di affrontare le complesse costellazioni sintomatologiche adolescenziali.
D’innanzi alla pluralità di disagio la tendenza prevalente è quella interventista finalizzata alla tempestiva rimozione del disagio. Si cerca subito di far cessare la condotta problematica del giovane e se non si riesce aumenta l’allarme e il vissuto di impotenza.
La prospettiva offerta dagli autori, invece, segna un importante passaggio dal piano procedurale, irrigidito sul fare preoccupato davanti al disagio adolescenziale, al piano dell’attenta comprensione, attraverso uno sguardo rigoroso capace di gettare una più ampia luce sull’oggetto d’intervento.
Come afferma Furio Lambruschi: “Fenomeni complessi si possono illuminare solo attraverso una cornice epistemologica, teorica e metodologica solida e sufficientemente complessa, capace di restituire una comprensione della sintomatologia adolescenziale.”
Il modello a tre assi, fondato sulle principali direttive dello sviluppo, si configura come una versione aggiornata della prospettiva costruttivista evolutiva, dove il sintomo diventa uno strumento conoscitivo a partire da cui si co-costruisce insieme al ragazzo un senso. Quel significato alle emozioni attraverso cui si struttura il sé identitario.
Si delinea tale fare clinico che, discostandosi dalla usuale tendenza a cercare di modificare il comportamento critico, mira, in primis, a guardare cosa c’è nella mente e nel cuore del giovane.
L’ingrediente fondamentale dell’agire del terapeuta è la centralità del giovane paziente nel proprio percorso di cura.
Si va pertanto al di là del sintomo per cogliere i significati regolativi dell’identità.
Nel volume viene descritto un esaustivo quadro del multiforme repertorio sintomatologico adolescenziale che spazia dal serrato ritiro ai comportamenti aggressivi, dalle condotte a rischio all’indefinitezza dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, conseguenza dell’incapacità di conoscersi.
Gli autori si concentrano prevalentemente sulle strategie di intervento più che sulle tecniche, poiché, citando Guidano, il terapeuta è un perturbatore strategicamente orientato e un intervento efficace si basa su una valida strategia terapeutica. Il processo terapeutico nasce dalla strutturazione di un setting capace di riservare uno spazio preferenziale al giovane, ma in grado di lavorare anche con i genitori per aiutarli a mentalizzare cosa c’è dietro il sintomo, avendo ben chiaro cosa significhi agire in modo strategico e perturbante.
La difficoltà di non operare secondo protocolli definiti però può far sorgere nel terapeuta non pochi dubbi, da qui la domanda del contributo di Marzia Mattei: come orientarsi nella terapia con l’adolescente?
Ne scaturisce un’acuta riflessione sulle linee guida da adottare nell’intervento clinico con il giovane paziente. Imprescindibile diviene riflettere sempre sui motivi del nostro agire, coinvolgendo il paziente in un processo cooperativo dove la responsabilità di ciò che facciamo e ciò che faremo è condivisa.
Infine Claudia Lonati ci fornisce un originale punto di vista che dà voce agli adolescenti che incontra nelle varie stanze in cui si dispiega il suo intervento terapeutico. Una modalità di stare nel setting, calda ed emozionante, che valorizza l’unicità di ogni ragazzo nella la stanza di lavoro, attraverso il principale strumento terapeutico: la relazione.
La centralità nella costruzione di una relazione con un terapeuta flessibile, ma fermo avente l’obiettivo di aiutare a esplorare gli adolescenti nell’hic et nunc al fine di promuovere quella self agency mediante il porsi delle domande, anche scomode e dolorose, in uno spazio sicuro e esente dal giudizio.
Perché ribadendo lo slogan a noi costruttivisti tanto caro “la terapia con l’adolescente ha sempre due occhi sul presente, uno sul passato e uno sul futuro”.
Un modus operandi finalizzato a far ripartire il complesso movimento di crescita dell’adolescente, nel presente, tenendo conto del passato per capire come siamo oggi e come voler essere in futuro.
La terapia con l’adolescente è un lavoro impegnativo e arduo tanto quanto questa fase di vita, ma estremamente affascinante e ricco di emozioni, proprio come testimoniano questi appassionati terapeuti, autori attraverso le storie dei casi raccontati e la loro illuminante sensibilità clinica.
Camilla Giacomini
Sono una psicologa dell’età, specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale a indirizzo costruttivista relazionale presso Il Centro di Psicoterapia Cognitiva di Torino.
Vivo in un piccolo paese sul Lago d’Orta in provincia di Novara e esercito la mia attività professionale nello Studio di Psicologia Cognitiva a Borgomanero, dove mi occupo di psicoterapia e supporto psicologico rivolto a bambini, adolescenti, giovani adulti e genitori. Mi occupo principalmente di aiutare il bambino, l’adolescente e il giovane adulto ad individuare i propri punti di forza e ad accogliere le proprie debolezze; entro una relazione sicura, insieme al giovane paziente, intraprendo un percorso volto a comprendere emozioni e pensieri talvolta tanto faticosi da gestire e capire al fine di superare con soddisfazione le complesse sfide evolutive.
Al fine di realizzare ciò, è mia premura strutturare un lavoro di rete congiunto e sinergico con le figure facenti parte dei differenti ambiti di vita del bambino o del ragazzo: famiglia e scuola divengono una risorsa fondamentale per promuovere la crescita e aiutare ad affrontare gli ostacoli del percorso di sviluppo.
Nel mio lavoro accanto ai tradizionali strumenti terapeutici amo utilizzare gli albi illustrati, come possibilità di esplorazione del proprio mondo interiore e ponte relazionale con l’altro.
Per valorizzare l’importanza di questo potente strumento conoscitivo ho dato vita a una pagina Instagram “Albeggiando – Albi per crescere” dove condivido recensioni dei miei albi del cuore in una cornice costruttivista relazionale che privilegia l’importanza del significato personale che ciascuno attribuisce alla propria esperienza entro i molteplici mondi relazionali in cui dimora.
Per i Laboratori Scientifico Culturali del Centro Terapia Cognitiva faccio parte dell’Area di Interesse Terapia Genitoriale.