Venerdì 1 marzo 2024
Dar Voce al Silenzio
Attraverso l’esperienza con i silent book
diamo vita al vissuto del paziente
A cura di:
AI Terapia Genitoriale e AI Età Evolutiva
Recensione di:
Dott.ssa Camilla Giacomini
Psicologa, Psicoterapeuta
Seguo sempre con grande curiosità, ammirazione e gratitudine i webinar dei Laboratori Scientifico Culturali del CTC proposti dalle AI Terapia Genitoriale e AI Età Evolutiva sugli albi illustrati: la competenza clinica si sposa con la passione rendendo questi un potente strumento terapeutico.
Questo genere letterario, dove il connubio tra parole e immagini dà vita a qualcosa di unico e magico, ben si può prestare ad aiutare persone di ogni età a condividere vissuti e pensieri che sovente risultano difficili da mettere in parola.
In questo webinar “Dar voce al silenzio” si parla di una particolare tipologia di albi: i silent book, manufatto editoriale al contempo complesso e colmo di possibilità. Libri che raccontano una storia facendo ricorso al solo canale iconico: le immagini sono le uniche protagoniste di una narrazione capace di fornire una pluralità di stimoli.
La peculiarità di un albo silenzioso sta proprio nell’essere accessibile a chiunque e nel riuscire a stimolare interpretazioni differenti senza vincolare il lettore a un’unica possibilità di significazione.
Si può comprendere quanto il silenzio, che connota questi libri, sia solo apparente: ognuno di noi raccontandoli a proprio modo gli fornisce una potente voce.
Una voce che spesso giunge dal profondo e rivela emozioni con cui si può far fatica a entrare in contatto e nel riuscire a esprimerle.
In questo senso le illustrazioni hanno un forte valore evocativo che diviene uno strumento perturbatore del mondo interiore del paziente.
Come ci ricorda bene Marta Rizzi, responsabile dell’AI Terapia Genitoriale, qualsiasi strumento, anche un silent book, non ha efficacia se non adoperato da chi ne ha una vera dimestichezza. Non basta proporre un libro di immagini per stimolare l’altro a raccontare o meglio a raccontarsi. Gli albi illustrati vanno scelti con consapevolezza, avendo presente lo scopo per cui li proponiamo e avendo bene in mente la persona alla quale li proponiamo.
È la professionalità, la competenza o meglio la sensibilità clinica del terapeuta a fare dell’albo un valore aggiunto al percorso che si fa con il paziente.
Marta ci fornisce una dimostrazione efficace di come un albo possa stimolare la condivisione e l’esplorazione della propria interiorità sia nella terapia genitoriale sia in quella con adolescenti e giovani adulti.
Con “I figli” di Maryon Faioll esplora con la coppia genitoriale, le rappresentazioni rispetto alla propria genitorialità. Immagini potenti che muovono consapevolezze offrendo scenari in cui rispecchiarsi e parlare di sé, dei propri timori, ma anche dei propri bisogni e aspettative.
Attraverso “Come le Nuvole” di Anna Paolini, Marta porta il racconto che due giovani pazienti ne fanno. La terapeuta usa pezzi del racconto per perturbare ed emerge quanto in terapia si possa imparare a guardarsi dentro, a entrare in contatto con il proprio dolore e a concedersi la libertà di condividerlo ed esprimerlo, conferendogli significati unici.
Con l’AI Età Evolutiva entriamo nel setting che accoglie il bambino, con una lungimirante testimonianza di come un silent, delicato e dolce come “Testa in su e testa in giù” di Marie-Louise Fitzpatrick possa diventare un’occasione per aiutare il piccolo paziente a dar voce e valore a emozioni e pensieri difficili da condividere.
Ancora una volta attraverso gli albi illustrati abbiamo individuato una porta d’accesso al profondo di ognuno di noi, perché, come afferma Vimala Thakar, prendendo il largo dalla parola e dal suono ci si immerge nel mare del silenzio,in uno spazio senza i rumori del pensiero, dove si è nutriti. Non sappiamo nulla del silenzio, mare senza contrassegni. Non sappiamo quanto profondo sia, ma sappiamo che per imparare a nuotare, in esso dobbiamo immergerci.