‘L’Abbraccio dell’albo’
Note dal webinar “Ascolta-Re L’Altro” - 13/1/2022
Recensione del webinar “Ascolta-Re L’Altro”
Da appassionata, anzi, come sono solita definirmi, da “albi dipendente”, faccio parte di un sacco di diversi gruppi sui social e seguo svariati profili di mamme e lettrici che recensiscono e si scambiano consigli su quali siano le letture migliori per i loro piccoli. Da queste fonti traggo molti spunti, ma spesso, troppo spesso, capita di imbattermi in richieste di mamme, zie, nonne, maestre alla spasmodica ricerca di un albo in grado di trattare temi ostici, delicati, complessi. Tra i più gettonati vi sono il lutto, la gelosia, la rabbia e altre spiacevoli emozioni. Richieste mosse da un intento benevolo, ma deleganti agli albi lo scomodo compito di risolvere i problemi.
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Come afferma la dott.ssa Marta Rizzi sin dall’apertura della sua presentazione “Non pensiamo che a problema corrisponda albo illustrato! Gli albi non spiegano, non parlano al nostro posto, dicendo quel che noi non riusciamo a dire, gli albi sono una porta a un mondo ricco di possibilità. Tuttavia, per attivare il potenziale terapeutico di un albo abbiamo bisogno di qualcuno capace di scorgerlo e trasmetterlo. In questo, una terapeuta preparata, sensibile e attenta all’altro aiuta ad addentrarci in questo potente connubio di immagini e parole capace di smuovere profondamente la nostra interiorità.
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La dott.ssa Marta Rizzi ci offre in vivo una dimostrazione di come in psicoterapia si possa utilizzare un albo in modo strategicamente orientato e lo fa leggendo per noi il meraviglioso “Ascolta” di Cori Doerfelled. Un albo speciale che riesce a parlare a grandi e piccini facendo risuonare in tutti forti emozioni. La capacità comunicativa della terapeuta è caratterizzata da una chiarezza e da una spontaneità che riesce a coinvolgere e avviare nell’ascoltatore profonde riflessioni.
La dott.ssa Rizzi sa unire la sensibilità e la maestria tecnica di una professionista capace di scorgere in un albo i capisaldi teorici dell’orientamento costruttivista traducendoli in una pratica terapeutica fondata sull’importanza di far sentire l’altro accolto, compreso e mai giudicato.
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Non solo, leggendo per noi, la terapeuta ci proietta nella sua stanza di terapia, facendoci toccare con mano, quel che lei è solita a fare con i genitori. Ripercorrendo i passaggi più significativi dell’albo, la dottoressa si fa promotrice di un modo di entrare in relazione basato sulla cooperazione e su una partecipazione calda ed empatica.
Credo che anche il genitore più scettico possa, tenendo presenti queste indicazioni preziose, accedere al suo mondo interiore e darsi la possibilità di provare un nuovo modo di stare con le emozioni proprie e quelle del proprio bambino.
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La dott.ssa Rizzi non ci fornisce una soluzione magica, come tanti genitori si aspettano, ma ci offre una grandissima possibilità facendoci scoprire come un albo possa diventare stimolo per comprendere quanto ogni genitore può fare per il proprio bambino. Marta ci dà dimostrazione leggendo di come sia possibile incarnare il ruolo del coniglio: legittima, accetta, accoglie normalizzando e rassicurando il genitore. La terapeuta diviene uno stimolante modello che conduce l’altro a provare ad attuare queste modalità, con gentilezza e senza giudizio.
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La parola passa poi alla dott.ssa Isabella Cardani, che scorge in questo albo due ingredienti cruciali, come l’attaccamento e la resilienza, per lo sviluppo del bambino, evidenziando inoltre come nella psicoterapia con i piccoli pazienti l’ascolto sia il cardine dell’intero percorso. La dott.ssa Cardani affermando che “le emozioni arrivano dritte, non si possono evitare si possono solo ascoltare” ci fornisce con immediata capacità di accoglimento e comprensione tutta l’importanza dello “stare” con l’altro nei momenti difficili. La speculare lettura dell’albo dalla prospettiva del bambino, ci aiuta a vedere le risorse che un piccolo paziente possiede: la sua naturale capacità di immedesimazione e la genuinità nel cogliere le emozioni del protagonista e farle proprie, trovando una sua personalissima chiave di lettura.
Isabella, con tanta delicatezza e passione, ci invita a leggere il processo della storia narrata: c’è un prima felice e poi “viene giù tutto” e si sta male, toccando con sensibilità anche il complesso tema del trauma.
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Di grande impatto il parallelismo tra la storia narrata e ciò che avviene in terapia. È proprio vero quel che ci racconta Isabella: la vicinanza del terapeuta aiuta il paziente ad ascoltare il suo bisogno, a dipanare la matassa del caos, piano piano, con pazienza. È un processo silenzioso che porta a cercare di riparare quel che è rotto “stando lì ad aspettare che il bambino riesca a vedere in quello spazio un luogo dove poter parlare, raccontare, piangere, gridare”. Entriamo così anche nella stanza del terapeuta vestendo gli abiti del bambino sperimentando quella magia del poter tornare a stare bene, a progettare e a dar vita a qualcosa di nuovo.
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Di grande impatto l’uso che la dottoressa fa dell’albo con gli adolescenti, un modo caldo per provare, in quel momento, ad abbandonare le insicurezze proprie del periodo e poter legittimarsi la necessità di avere qualcuno che semplicemente stia nel caos con lui e trovare la fiducia nel poter riuscire a superare le dirompenti emozioni tipiche di questa fase di vita. La chiosa finale della dott.ssa Cardani risuona in me come una grande verità: l’albo è come un grande abbraccio, una coccola che può dare conforto a tutti noi. Pertanto ringrazio le dottoresse per aver fatto sperimentare attraverso una calda lettura condivisa quanto ascoltare sia il fare più prezioso che possiamo offrire agli altri, ma anche a noi stessi.
Dott.ssa Camilla Giacomini
Psicologa dello Sviluppo
Psicoterapeuta Cognitivo Costruttivista Relazionale
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